"Penso che ognuno debba finalmente prendersi la sua vita nelle proprie mani" (A. Miller)

Sara Di Domenico

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Argomento: LE FAVOLE UTILI

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LE FAVOLE UTILI

30.06.2015 13:22

Le favole aiutano i bambini di ogni età a crescere per il loro valore educativo, ma ancor di più per il contatto che la lettura di esse comporta.

Quando leggiamo una storia, noi l’ascoltiamo, la pensiamo e ci immaginiamo ogni singolo particolare di questa fino ad immedesimarci in un personaggio per le caratteristiche che ricopre permettendoci così di sognare un finale diverso o uguale ogni volta.

Il contatto con chi racconta la storia diventa fondamentale e si instaura un legame che terrà uniti narratore e ascoltatore per tutta la durata del racconto fatto di carezze, coccole e tante attenzioni verbali e non dove esplorare e chiedere diventano cose lecite in un magico gioco a due.

Quando un bambino ci chiede di raccontargli una storia chiede di condividere con noi una realtà che sarà presente solo per alcuni istanti e poi andrà via non prima di aver lasciato un segno, una emozione, un insegnamento che nella memoria potrà tornare ogni volta se ne avrà bisogno per poter riascoltare quella stessa storia ogni volta nella testa.

Come Psicologa, ma innanzitutto come mamma nella mia esperienza quotidiana fatta di “perché” e “capricci” insaziabili di bimbi con altrettanto disperati genitori dall’altra parte, ho potuto constatare l’efficacia che a volte ricoprono le fiabe per aiutare i nostri piccoli ometti  e donnine a comprendere il significato di concetti per loro complessi.

Quando qualcuno si allontana;

Quando bisogna fare le cose che non si vogliono;

Quando il papà o la mamma non possono;

Quando il fratellino o la sorellina ruba la scena e per altri mille motivi diventa difficile spiegare ai nostri piccoli il perché di concetti così astratti ed emotivamente complessi da risultare ardui anche a noi.

Il piccolo che ci ascolta ha bisogno di sapere cosa accade ed è affamato di conoscenza, ma allo stesso tempo non sa come gestirla.

Ecco che il compito di noi genitori si appresta a diventare via via più complesso di pari passo alla crescita dei nostri piccoli.

SI PUO’ CRESCERE INSIEME

Quando prima bastavano poche mosse o un semplice abbraccio per calmare un capriccio adesso cominciamo a notare che non è più sufficiente e che occorre molta più energia per gestire il confronto fino a quando stanchi e sfiniti dalla mancanza di efficacia cediamo il passo alla punizione sentendo poi un irrimediabile senso di colpa che ci attanaglia e la forte sensazione che qualche cosa non sia andata come volevamo.

Essere genitori è un mestiere a tempo pieno che non conosce giorni di ferie o di malattia e questo include dover affrontare la quotidianità in tutte le sue sfaccettature, compresi gli immancabili imprevisti che per definizione sfuggono dal nostro controllo, ma che non possiamo fare a meno di incontrare lungo il cammino.

Cosa accade quando il nostro piccolo avverte un cambiamento ed ha la necessità di sapere?

Cosa succede quando avviene proprio mentre stiamo andando di corsa e non possiamo fermarci a parlare?

Il più delle volte siamo presi alla sprovvista perché si sa che i bambini non sanno aspettare per cui fanno le domande al momento giusto, che non è quasi mai lo stesso momento giusto che vorremmo noi e per questo siamo chiamati a dare una risposta cercando di insegnare loro l’arte del ricevere e del saper ascoltare.

L’IMPORTANZA DEL TEMPO

È fondamentale darsi un tempo e questo non è valido solo per i nostri piccoli, ma soprattutto per noi grandi, intendendo per tempo quello di riflettere prima di rispondere e chiedersi se siamo pronti a dare una risposta proprio in quel dato momento e se è giusto farlo a quale bisogno stiamo rispondendo.

Dobbiamo rispondere perché siamo i genitori favolosi che hanno sempre una risposta pronta;

Dobbiamo rispondere perché è meglio accontentare il bambino invece di discutere;

Dobbiamo rispondere perché così risolviamo velocemente la cosa…

Tutto ciò a scapito di saper insegnare ai nostri piccoli l’attesa di ricevere una risposta sopportando la frustrazione di aspettare qualora questa non possa essere immediata e privandoli così della capacità di cominciare ad immaginare.

PERICOLO CAPRICCI

Cosa ci terrorizza del capriccio?

Quanti di noi sono cresciuti con l’immagine dei nostri genitori che imbarazzati ci trascinavano via da un posto in cui noi volevamo rimanere a tutti i costi oppure da davanti un giocattolo che non potevano comprare?

Cosa ci è accaduto?

Siamo cresciuti imparando che potevamo farci “verdi dalla rabbia” ma che tanto se i nostri genitori dicevano no era no!

Ecco questo è il punto, dare le regole comporta il saper sopportare la frustrazione da ambe le parti, e genitori forti in questo processo aiuteranno a crescere figli positivi nell’altro verso.

Saper dire al proprio figlio mentre protesta “basta” non è sufficiente, ma aiutarlo a capire quello che sta accadendo è la strada per il futuro dialogo con il piccolo uomo che abbiamo davanti e che vorrà da noi sempre di più finchè sarà in grado di rispondersi alle cose da solo.

Mentre protesta allora diventa utile spiegare al piccolo che quella che prova si chiama rabbia e che la può gestire, può imparare a farlo e che passerà senza distruzioni se vorrà e per fare questo si può usare il bimbese, ossia il linguaggio dei bimbi.

IL BIMBESE

Come si parla il bimbese?

Non certo con quelle vocine stridule che abbiamo imparato a fare per far ridere i nostri piccoli dalla più tenera età, ma mettendoci allo stesso livello di altezza del bambino, guardandolo negli occhi e dicendo lui, con la stessa calma che vorremmo da nostro figlio, le cose nel modo in cui le possa digerire e comprendere meglio, uno di questi mezzi è la fiaba, che non nasconda la verità, ma che ci aiuti a dirla e che apra lo scenario ai dubbi e alle domande che il bimbo nutre e che deve poter esprimere sui vari argomenti con la libertà di poter parlare.

La cosa che dobbiamo chiederci per prima è se possiamo rispondere in quel dato momento o se per diverse ragioni (abbiamo mal di testa, stiamo andando di corsa a lavoro, siamo al supermercato…) non possiamo, se non possiamo il bambino ha bisogno di saperlo e gli va comunicato quando potrà avere una risposta quantificando l’attesa secondo il suo metro di misura e non il nostro.

In questo modo sarà utile dire al piccolo che la sera a casa dopo la cena oppure prima delle ninne o in un altro momento che sia associato a situazioni concrete con cui il bambino può confrontarsi direttamente e non in termini astratti (alle 20,30 ne parleremo…), dato che il bambino non conosce l’orario come lo conosciamo noi, ma lo scandisce intorno alle routine, noi ne riparleremo.

Ogni promessa è un debito per cui sappiate che se dite a vostro figlio “ne parleremo in quel momento” sarà bene mantenere fede all’accordo, quindi pensiamo bene a quando stare con lui in base alla qualità del tempo che potremo offrirgli.

UNA FIABA PER TE

Così arriva finalmente la sera o qualsiasi altro momento voi abbiate scelto per condividere questo e ci sediamo stringendo il piccolo e scegliamo insieme con cura quella storia che si presta meglio a spiegare le ragioni di quel concetto delicato e complesso che il nostro bambino ci ha chiesto di sapere, l’abbiamo comprata apposta o la ritroviamo utile in quel momento o forse l’abbiamo scritta noi e la cominciamo a dire e iniziamo a raccontare come mille altre volte abbiamo fatto dal principio per poi fare eventuali salti logici o aggiustamenti dove occorre.

Si crea così un’atmosfera fatta di colori, suoni, coccole e parole, le stesse che abbiamo cercato imbarazzati senza risultato e che ora in un clima diverso è più facile trovare tornando su un dato argomento.

Così la favola diventa un valido aiuto che trova le parole e apre la strada per noi, è l’esempio non troppo vicino che consente di parlare con il bambino di alcune problematiche che lo riguardano usando la terza persona grazie ai personaggi che assomiglieranno per alcune caratteristiche al nostro piccino, ma offriranno la garanzia di un nome diverso dal suo con il vantaggio di essere il “terzo” di cui si può parlare senza problemi e con cui si partecipa alle situazioni che gli capitano non senza sentirsi coinvolti emotivamente e offrendo soluzioni valide.

La magia della favola inizia nel momento in cui cominciamo a credere che le parole possano essere utili, che il nostro piccolo le ascolterà e che noi più lui potremo creare una storia sempre uguale e sempre diversa ogni giorno, quella del suo sviluppo contribuendo ad ampliare il suo sguardo e comunicando la serenità di cui ha bisogno per crescere felice e diventare un individuo libero.

 

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