Cosa succede dopo la fine di un amore? Quali sono le strade che abbiamo davanti e quali percorriamo?
È molto facile e bello parlare di tutto quello che c’è prima, la scelta del partner, l’innamoramento, la coppia… ma è senza dubbio più difficile e impegnativo la fine di un rapporto. Come ogni finale siamo troppo impegnati ad elaborare la separazione, per soffermarci a comprendere cosa ha determinato la fine delle cose e non sappiamo più cosa farne di questa fine quando in realtà è proprio in questa fine che potremmo trovare molte più informazioni su di noi e su cosa è stata la storia vissuta, se solo ci accompagnassimo nel processo del “ridare senso”.
COSA CI ACCADE QUANDO SIAMO TRADITI?
Ammasso che le circostanze della scoperta di un tradimento possono essere varie e diverse tra loro, dall’autodichiarazione del traditore alle scoperte più traumatiche e scioccanti le reazioni sono sempre molto soggettive e diverse. Ciò che accade fondamentalmente è qualcosa per cui abbiamo una reazione profonda che sconvolge il nostro sistema di valori, il nostro Io forte e stabile vacilla perché dobbiamo risintonizzarci davanti a quello che è stato un “inganno”, un vero e proprio schok. Non possiamo più fidarci e anche i nostri sensi, la nostra percezione e le nostre capacità cognitive hanno tradito la nostra capacità di leggere la realtà, la frustrazione è quella di aver fallito un progetto e di aver fallito un investimento. Così alcuni mostrano una rabbia estrema davanti alla scoperta del tradimento anche se essi stessi hanno tradito una o più volte e magari aspettassero solo questa occasione per allontanarsi da una relazione vissuta come troppo vincolante. In altri casi i coniugi che hanno giurato di sciogliere il matrimonio se avessero mai scoperto che l’altro li tradisse, davanti al fatto compiuto non si mostrano più così convinti. Persone che fino al giorno prima avevano detto che la famiglia è la cosa più importante di tutte vogliono immediatamente abbandonare la loro casa in presenza di una relazione extraconiugale. Alcuni restano coinvolti nella relazione di una notte che invece va avanti per anni portando con sé due compagne o peggio ancora due famiglie. Altri sono sicuri di aver scoperto la relazione “perfetta” per la quale desiderano abbandonare il matrimonio, salvo rimanere poi disillusi, imbevuti di ansia e desiderio di tornare a casa.
Ma è difficile stare con il dolore che comporta un tradimento e la cosa che viene più facile da fare è arrabbiarsi, recriminare, vendicare l’amore perduto facendo giustizia, magari rimanendo impelagati in anni di cause di separazioni giudiziali oppure sbrigandosi a chiudere per non soffrire, quando il corpo, la mente e tutto il resto ci chiede di “stare” e di capire cosa è accaduto perché non si comprende come si è potuti passare dall’amore meraviglioso alla fine di tutto.
Si vuole rivedere il film da principio per comprendere quando è potuto accadere e così la prima cosa che si analizza è il periodo precedente la scoperta di un tradimento.
· Si è potuto non vedere e negare qualcosa di così eclatante?
· Si è scelto, pur nutrendo dei seri sospetti, di credere alla bontà del coniuge piuttosto che nelle proprie sensazioni?
· Nonostante le prove evidenti, l’attenzione è sempre stata spostata sul coniuge tradito come fonte di problemi (il pazzo)?
In tutte queste situazioni la conseguenza è che il tradito sarà in balia di un vortice emotivo (depressione, ossessione, diffidenza, pianto, gelosia, impulsi…) per cui si innescano una serie di circoli viziosi di azioni e reazioni di cui bisognerebbe prendersene cura.
Un’altra circostanza che si aggiunge al carico già pesante da affrontare è il rivelare la cosa oppure no, ossia il far sapere o meno ciò che è accaduto nella relazione divulgando la notizia.
Ovviamente “sapere” porta con sé un confronto con sé stessi che non è sempre bene fare se non si è pronti ad affrontare il resto, del resto rivelare la relazione extraconiugale per motivi fini a sé stessi non è mai utile, mentre è bene preparare il campo ad argomenti “fertili” che diano la possibilità di assumersi la responsabilità dell’accaduto riconoscendo l’effetto avuto nella relazione, questa sarà la base per aiutarsi a ridurre la quantità di stress, dolore e confusione tipici del periodo che intercorre tra la scoperta e la decisione sul da farsi della relazione, evitando così reazioni premature.
L’errore che la maggior parte delle persone sentono di aver commesso da entrambe le parti (tradito e traditore) dopo un tradimento, è l’aver dato per scontato il rapporto senza essersi preoccupati di come mantenerlo vivo. Così il tradimento in alcuni casi può rivelarsi paradossalmente una cura alla coppia in crisi che accoglie una nuova sfida riparando equilibri prima disfunzionali e scegliendo di correggere il tiro esplorando quelli che prima erano dei tabù per arrivare ad una nuova soluzione. Ma anche quando questo non avviene c’è sempre un significato da comprendere e tradito e traditore possono interiorizzare e capire la scoperta che hanno fatto di sé rivelandosi diversamente da come erano prima dell’accaduto.
La cosa su cui vorrei mettere più l’accento in tutto questo discorso è che amare vuol dire prima di tutto scegliere che si tratti di un amore passeggero o di quello eterno noi non facciamo altro che scegliere ogni giorno la persona che ci starà accanto e nel caso questa non ci sia molto probabilmente ciò che stiamo facendo è scegliere di non averla.
In un tempo in cui tutto viaggia alla velocità della luce, ci ritroviamo come uomini e donne preistorici fermi all’età della pietra quando amiamo, si perché desideriamo in quella circostanza, qualcosa di antico che è senza tempo per definizione, amare ed essere amati.
Così ci si ritrova a fare cose che non è da noi fare, come abbandonare le vecchie abitudini o rinunciare a tutte quelle piccolezze che prima erano fondamentali come se non fossero più importanti e l’Io diventa un Noi in cui tutto trova un nuovo significato. Ma si può cambiare per amore? Ma soprattutto un cambiamento così avvenuto è destinato a durare? Molto probabilmente a rispondere è la misura in cui usiamo questo amore per rimettere ordine, per organizzare un vuoto che con la relazione contiamo di colmare. Così attraversiamo un ponte, un luogo di transito meraviglioso in cui tutto trova un posto più bello di prima, noi ci sentiamo notevolmente meglio, forse sentiamo di essere già delle persone migliori, migliorate da quella stessa relazione miracolosa. Impariamo con quella persona nuova, un nuovo linguaggio perché in ogni amore c’è la spinta a durare, ma se si incontra il tradimento si può imparare ad amare un amore imperfetto e perdonare? Possiamo tollerare il fallimento di aver investito tanto in qualcosa che non ha migliorato come credevamo la nostra condizione? Possiamo continuare a credere in quell’amore?
Mi capita spesso nella pratica clinica di conoscere uomini e donne che si disperano tra le fila dell’amore e la domanda è sempre la stessa: perché non scelgo mai la persona giusta, oppure perché è sempre la stessa storia, come posso fare affinché non capiti più?
La risposta vorrebbe essere quella di un antidoto miracoloso, un balsamo per alleviare il mal d’amore o addirittura la cura per imparare ad amare!
Il primo punto è cosa vogliamo da questo amore e cosa possiamo tollerare, perché qualora sentissimo di poter perdonare, allora bisogna chiedersi se è possibile per noi andare avanti, se siamo in grado di sopportare la scelta teorica anche nella pratica. La scelta di amare un amore che ci ha traditi è innanzi tutto una contraddizione in cui cercare di vivere trovando l’equilibrio tra dipendenza e libertà, sicurezza e cambiamento per questo molto spesso la sensazione corrispondente è la paura di amare. La paura di amare porta con sé la paura dell’egoismo e delle passioni sessuali, esiste quindi questo amore? Cambia molto di questa prospettiva se immaginiamo che Amare = dare, comunicare, fidarsi, fare attenzione, ascoltare, non temere il conflitto…
PERCHE’ SI TRADISCE?
I motivi per cui si tradisce possono essere diversi alcuni possono essere:
Evitare l’intimità che provoca un distacco emotivo per cui mano mano si smette di essere curiosi l’uno della vita dell’altra e i fatti che caratterizzano la vita del proprio compagno è come se venissero uditi solo a livello cognitivo, ma non penetrassero a livello emotivo-percettivo così non si è più entusiasti o curiosi a vicenda privandosi di nuove rivelazioni ed esperienze sessuali ed emotive generando un ardente desiderio di nuove avventure.
Per evitare i conflitti, ma tutto ciò porta a generare nuovi segreti nella coppia che deve rimanere apparentemente immutata e stabile, ma finta mancando di soddisfare le necessità reali.
Per anni di rapporti sessuali insoddisfatti o insoddisfacenti che porta a inibizione e mancanza di desiderio e attrazione per il partner.
Insoddisfazione nell’equilibrio di potere nel rapporto che invece risulta soddisfatto in un’altra relazione.
Conservare il mito della famiglia ideale, per cui il matrimonio è tenuto insieme dal credere nella famiglia piuttosto che da forti legami emotivi tra partner.
Sfide al precedente sistema di valori per cui uno dei due partner si trova a vivere una situazione nuova che ribalta il proprio sistema di valori creando una serie di circostanze per cui si cambia il proprio atteggiamento fino a tradire.
Sfide alla struttura coniugale e/o familiare, come tutte quelle situazioni in cui lei o lui cominciano a guadagnare più dell’altro compagno e cominciano a essere assenti da casa cambiando la struttura del rapporto fin ora avuto.
Tutti questi motivi hanno in comune una decisione di cambiamento, di inversione di rotta non condivisa o ancora meglio non esplicitata.
Per quanto possano essere diversi tra loro i motivi alla base di un tradimento la sfida per chi resta nella relazione è quella di ricostruire il percorso del dolore, accettare la perdita dell’amore desiderato e sperato che si scelga o meno di rimanere insieme.
Queste sono dolorose ricostruzioni che impongono di sopravvivere, curarsi, dare tempo e spazio al dolore, attraversando le fasi della sofferenza, il rischio di scegliere da che parte stare trovando l’antidoto e affrontando la conseguenza, rimettendoci la faccia. Attraversare il dolore vuol dire non sottrarsi dal viverlo.
Alla fine di un amore credo che conti molto ricercare il senso perduto, il valore della perdita di quella storia dando un nostro senso a tutto per rimettere insieme i pezzi e non sentirsi destrutturati, frammentati e tornare così ad avere un libero arbitrio.
Tornare ad amare con il destino nelle proprie mani pur con visione diversa, niente coincidenze ancestrali adesso, niente colpo di fulmine o anima gemella, ma solo così, dopo aver attraversato il buio della notte l’ombra può non far più paura. Si può ricominciare ad Amare di nuovo? Probabilmente in tutto questo la realtà è la migliore amica dell’amore, che comporta accettare l’ambivalenza che sta in tutte le cose e in tutte le persone, e amare la vita prima di tutto.
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