"Penso che ognuno debba finalmente prendersi la sua vita nelle proprie mani" (A. Miller)

Sara Di Domenico

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Argomento: UNA FAVOLA AL MESE…NEL MESE DI AGOSTO!

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UNA FAVOLA AL MESE…NEL MESE DI AGOSTO!

26.07.2015 16:48

La favola che ho deciso di pubblicare questo mese riguarda la motivazione e l'autoefficacia! 

Capita a tutti, quando tentiamo in qualcosa che non ci riesce immediatamente così come noi la vorremmo, di avvertire frustrazione per la non riuscita, ma tale sensazione può tradursi in tristezza o peggio ancora in rabbia quando ci confrontiamo con il risultato atteso e sperato. 

Per questo motivo ritengo utile accompagnare i più piccoli alla comprensione di ciò che sentono quando non riescono in una attività e sperimentano inevitabilmente l'emozione corrispondente aiutandoli a darle un nome parlandone apertamente per scoprire che è normale rimanere male, ma che è altrettanto importante e più funzionale riprovare con impegno quando si vuole ottenere un risultato. 

In questo modo il piccolo impara presto che può decidere come sentirsi davanti alla non riuscita: dispiacersi, arrabbiarsi oppure accettare l'insuccesso impegnandosi per ottenere un risultato differente che è fattibile e realizzabile, pertanto sperimenta che ogni azione che si decide porta ad una conseguenza scegliendo per sè. Infine diventa ancora più utile il risultato ottenuto perchè consegue il messaggio che esso stesso per l'impegno e la motivazione può riuscire a cambiare il risultato delle cose se lo desidera.

 

ORZONE MAGO FIFONE

C’era una volta un mago triste triste,

perché non riusciva nelle magie miste.

Gli mancava proprio il coraggio,

e di ogni cosa temeva il naufragio.

Dopo due giorni di dure prove,

era già tanto se le corna ridava al bove.

Oramai l’entusiasmo aveva perso,

e tutti lo davano per disperso.

Se la gente del villaggio una volta,

per lui faceva la fila alla porta.

Oggi con immenso dispiacere,

nessuno gli chiedeva un piacere.

Delle magie non voleva più sapere,

da domani cambierò mestiere!

Se una cosa non riusciva a perfezione,

era meglio cambiare direzione.

La sua mamma che da parte era stata,

Aveva visto la storia come era andata.

“Orzone” aveva detto con ritegno,

“le cose non si ottengono senza impegno,

se aggiungi anche coraggio e determinazione,

avrai di certo al tuo problema la soluzione.

Orzone che risaputo era un pigrone,

nascose però tutto sotto al piumone.

Decise così senza troppa dedizione,

Che avrebbe cambiato mansione.

La ricerca apparve subito forsennata,

e si rivelò come una corsa disperata.

Infatti per un mago come lui fifone,

era difficile guidare un furgone.

Così stabilì che al posto di guidare,

era di gran lunga più facile cantare.

Ma di cantare non era proprio storia,

tanto che fece piovere sulla cicoria.

Con dispiacere e a malincuore,

fallì pure nel fare il professore.

Gli alunni della sua classe dispettosi,

di scherzetti erano assai golosi.

Al professore ignaro e sconosciuto,

nel cassetto misero un orso muto.

All’apertura Orzone che spavento,

cambiò mestiere in un momento.

Si attrezzò con pinze e cacciaviti,

provò anche a rimettere le viti.

Al rubinetto che acqua perdeva,

alla sua cara vicina che rideva:

“ma Orzone grande pasticcione,

adesso ci vorrà più di un milione!

Al contrario mi pare che tu lavori,

meglio che ti sbrighi ad andar fuori.

Controvoglia, per tua colpa, altrimenti,

Dovrò cambiare pure i miei pavimenti!”

come falegname poi che pasticcio,

con l’armadio un bell’impiccio.

Con la sega per tagliare e con i chiodi,

poverello, non aveva proprio i modi.

Non parliamo poi di elettricità,

fece saltare la corrente alla città.

Anche a vendere era una frana,

ci perdeva e rimetteva grana.

A questo punto volete sapere?

Rivalutò il proprio mestiere.

Era difatti l’unico che come bere,

sapeva certo fare con piacere.

Se di una cosa lui era maestro,

era di magia e grande estro.

Certo di mestieri ce ne erano tanti,

lui credeva ben più importanti.

Ma il suo di tutti era il migliore,

perché bastava farlo con il cuore.

Adesso che lui aveva capito,

gli uscì un anello sopra il dito,

sopra all’anello c’era inciso:

“Orzone mago col sorriso”.

Nulla al mondo si può mai fare

Se non è ciò che sappiamo amare

Nulla si realizza senza coraggio

Che si raggiunge adagio adagio

e se alla prima non riusciamo a fare

sappiamo bene di poter riprovare 

solo in questo modo otteniamo

ciò che veramente vogliamo

così le magie Orzone riprese a fare,

senza le paure e il mal di mare.

Da quel dì la paura per la magia

Lasciò il suo posto all’allegria.

Fine

 

 

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